La Goccia Che Fa Traboccare Il Vaso, Ho provato a scrivere una Ficcy su Ranma in Au...fatemi sapere che ne pensate^^

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O.o StRaNgE o.O
view post Posted on 3/9/2008, 13:35




Capitolo I
< Ranmaaaaa , alzati dai che facciamo tardi! > Akane mi ha appena gettato una secchiata d'acqua gelida addosso, dandomi il consueto "Buongiorno".
Scocciato più del solito mi alzo e mi vesto con tutta la calma di cui sono capace, tanto per farla irritare un po'. Non so perchè ma mi sento strano, quasi arrabbiato col mondo intero...credo ci si senta così quando ci si alza col "piede sbagliato".
Scendo, sbadigliando, al piano di sotto un quarto d'ora dopo. Kasumi, sorridente, mi ha preparato una ciotola di riso che accetto ben volentieri. Papà e il signor Tendo giocano come al solito, accusandosi a vicenda di star barando.
Strano a dirsi ma Akane ancora non è venuta a prendermi per le orecchie e trascinarmi fuori casa strillando come un'ossessa che le avrei fatto fare tardi.
< Nabiki, hai visto Akane? > chiedo distrattamente, ingoiando un po' di riso.
< E' esattamente dietro di te. Scusa Kasumi io corro a scuola, ci vediamo dopo...FORSE > prende al volo la cartella e schizza fuori casa. Papà si getta nello stagno, trasformandosi in panda e il signor Tendo sale veloce al piano di sopra, con la scusa di sentirsi poco bene.
Tutto questo vuol dire solo una cosa: Akane ha di nuovo cucinato per me.
< Ranma, dai assaggia, stavolta devono essermi venuti davvero bene! > Ha il solito sorriso raggiante sul volto. Io guardo scettico il piatto che regge tra le mani, contenente piccole polpette informi, con un colore che va dal verdino scuro al nero carbone. So quanto impegno ci metta ogni volta, ma proprio non mi va di morire avvelenato a causa sua, anche se per farla felice sarei stato disposto a gettarmi tra le fiamme dell'inferno.
< Akane scusa tanto, ma proprio non ho voglia di sentirmi male per ciò che cucini tu >
< Uno solo, che ti costa? > insiste lei avvicinandomi il piatto al viso. Mi alzo di scatto, rovesciandolo a terra.
< Ti ho detto di NO, sei sorda per caso? >
< Ma fai un po' come ti pare! Io cerco sempre di essere gentile con te, di fare qualcosa di carino e tu mi ringrazi in questo modo? Mi hai stancato Ranma! >
< Ah! Adesso la colpa sarebbe la mia no? Facile scaricare tutto su di me, sei sempre stata brava in questo, MASCHIACCIO CHE NON SEI ALTRO! >
Lei si rabbuia < Lo so che preferiresti stare con qualcuna delle tue spasimanti che sicuramente sono molto meglio di me, mi chiedo solo che cosa ci fai ancora qui...Ah certo tu e tuo padre qui mangiate e dormite a sbafo, comodo così no? FEMMINUCCIA > il suo tono è diventato sprezzante e i suoi occhi sono accesi dall'ira.
Mi ha offeso di nuovo, sento la voglia darle una bella lezione, così forse avrebbe smesso di dirmi tante cattiverie, anche se a dir la verità spesso sono io a stuzzicarla. Voglio ferirla, farle davvero male, ma le parole che escono dalla mia bocca non sono programmate, e soprattutto me ne pento all'istante.
< Almeno loro sanno cucinare! Non è certo colpa mia se tua madre non ti ha insegnato nulla! E sai benissimo che se sono ancora qui è solo per il patto dei nostri genitori...>
- Cazzo, ma che cosa ho detto? - La guardo maledicendomi mentalmente e muovo un passo verso di lei.
< Akane io... >
Il silenzio è calato nella stanza, il signor Tendo è sceso di nuovo per prendere il giornale ed è rimasto pietrificato dalle mie parole, gli occhi umidi pronti ad esplodere nella solita fontana. Mio padre, tornato normale, gli si avvicina cercando di scuoterlo.
Akane mi guarda vuota, inespressiva, tanto da farmi male. Sembra sia impossibile avere una reazione da lei. Abbassa la testa, in modo che la frangetta le copra il volto, ma le sue lacrime cadono dispettose sul tatami.
< Akane scu... > provo a dire ma mi blocco.

< Akane scu... > Sta cercando di farsi perdonare per l'ennesima volta, peccato che questa volta abbia superato il limite. Ha toccato un argomento che sa di non dover affrontare. Abbasso la testa cercando di reprimere quelle lacrime di dolore e amarezza che sento nascere dai miei occhi, ma inutilmente. Cadono silenziose sul tatami, ma quando parlo la mia voce è ferma, atona, glaciale, tanto che stento io stessa a riconoscerla.
< Papà l'hai sentito anche tu. Non c'è più motivo per cui debba rimanere qui. Il fidanzamento è rotto >
Nell'istante in cui pronuncio quelle parole sento anche qualcosa dentro di me spezzarsi con un sonoro crack. L'ho detto seriamente? Si.
Lo voglio? Non lo so.
Esco dalla stanza, seguita da tre paia di occhi, infilo le scarpe e esco fuori casa, incurante della pioggia, senza una meta precisa. Sento solo di dovermene andare, in quel posto mi manca l'aria.

< Ranma! > Mio padre mi guarda con rimprovero. So cosa devo fare prima ancora che me lo chiedano. Il suo tono mi ha lacerato dentro. I suoi occhi che tanto amo per la loro vitalità sono spenti e le sue lacrime mi hanno fatto sentire un verme. Perchè diavolo ho tirato fuori sua madre? So benissimo quanto sia difficile per lei, quanto le era affezionata e quanto aveva sofferto dopo la sua morte. Devo trovarla, a tutti i costi.
Prendo l'ombrello di corsa e esco di casa.
- Dove può essere andata? Devo chiederle scusa, devo farmi perdonare, non può finire così, non DEVE finire così-
< Akaneeeeeeeeeeeeee > Nell'istante in cui grido il suo nome vedo la sua esile figura camminare davanti a me, bagnata dalla pioggerellina fitta che cade dal cielo, come ulteriore punizione per il mio sbaglio. E' senza ombrello e mi sbrigo a raggiungerla sperando che mi ascolti.
- Maledetto me e quando ho provato l'istinto di ferirla... Io che mi ero ripromesso di proteggerla sono la prima persona che le fa sempre del male... -

< Akaneeeeeeeeeeeeee > Mi ha trovato, lo so. Nonostante tutto non mi fermo nè accelero. Continuo a camminare imperterrita come se non l'avessi sentito. Non voglio vederlo. Mi avrebbe solo ferito di più.
Mi ha quasi raggiunto, sento i suoi passi veloci dietro di me diminuire la distanza che ci separa. Tante volte dopo una lite mi era venuto a cercare per chiedermi scusa, tante volte gli avevo sorriso calorosa, perdonandolo. Tante volte avevo sperato mi dicesse di provare qualcosa per me, soprattutto dopo Jusendou, quando mi ero svegliata tra le sue braccia. Invece niente, il nostro rapporto andava sempre peggiorando...fino a questo...
Mi è alle spalle, sento il suo respiro accelerato. Poi mi prende per un braccio, bloccandomi. Non mi giro. Non voglio incontrare gli occhi che amo e che ora causano quelle lacrime che bagnano il mio viso, miste a pioggia. Mi fa girare lui, ma quando mi volto, si scosta bruscamente da me, quasi si sia scottato. Mi rivolge incerto la parola.
< A-Akane guardami...parlami... >
Mi limito a sollevare lo sguardo, perdendomi in quel mare blu tempesta. Dannazione quanto fa male.
Inizio a tremare; i vestiti fradici mi si sono incollati addosso come una seconda pelle e mi stanno gelando.
< Ti prego dimmi qualcosa, qualunque cosa! > Mi sta quasi supplicando. Lui, l'uomo invulnerabile che non si piega davanti a nessun nemnico, mi prega. Che cosa buffa. Se fosse stata una situazione normale l'avrei preso in giro fino allo sfinimento, ora lo fisso vacua, quasi non vedendolo.
< Scusa per quello che ti ho detto, scusa per tutto. Sono un completo imbecille lo sai anche tu e ...>
< Lascia perdere Ranma > L'ho sussurrato, ma ha sentito benissimo. E' come sconvolto. La mia voce è tagliente, aggressiva, ma allo stesso tempo pacata e ferma, nonostante continui a piangere.
< No, devi starmi ad ascoltare tu devi perdonarmi... > scuoto impercettibilmente la testa e lui mi stringe il braccio in una morsa dura. Vuole scuotermi ma non lo fa. Conoscendolo oserei dire che gli sembro troppo fragile. Che ironia, io fragile. Lui che mi aveva sempre detto di non possedere sensibilità adesso mi vede come la cosa più delicata del mondo.
< Non voglio sentire più niente da te. E' finita Ranma... > pronuncio quelle parole con leggerezza, come se non fossi stata io a parlare. Dio solo sa quanta fatica mi costano.
< No, Akane non può finire così! Sono un deficiente, ti faccio sempre soffrire, lo so ma tu devi sapere una cosa. Me la porto dietro da due anni e te la devo dire ora... >
< E' troppo tardi Ranma... Io non voglio più soffrire > Quanto è vero! Perchè non mi lascia andare? Mi sento morire... Voglio stringermi a lui e credere di essermi sognata le sue parole, e avrei voluto strapparmi il cuore dal petto, evitando così questo dolore. Io lo amo e lui non lo capisce. Continua a ferirmi e poi chiede scusa. Finchè erano offese banali a cui solitamente rispondevo a tono era una passeggiata, ora non riesco proprio a perdonarlo.
< Lo so, è colpa mia, non dovevo uscirmene con quella cosa di tua madre.. >
Questo è troppo, la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. Come scossa, punto gli occhi nei suoi con una scintilla di sfida e soprattutto di rancore.
< NO, NON DOVEVI PERCHE' PARLI DI COSE DI CUI NON SAI UN CAZZO...TU NON SAI COSA HO PROVATO QUANDO TI HO SENTITO DIRE COSI E NON LO POTRAI MAI CAPIRE. MA IN FONDO PERCHE' DOVREBBE IMPORTARTENE? ESISTI SOLO TU E LA TUA PERFEZIONE. NON FAI MAI CASO SE QUALCUNO VIENE FERITO DALLA TUA SUPERIORITA', TE NE FREGHI ALTAMENTE E IO SONO STANCA DI SOFFRIRE, DI FAR DA CONTORNO A QUESTO TUO MONDO SURREALE IN CUI TU REGNI SOVRANO E TUTTI SI PROSTRANO AI TUOI PIEDI...IO NON CI STO RANMA, NON PIU'! > gli ho gridato contro tutto quello che sento e forse anche di più. Voglio fargli provare un millesimo del dolore che provo io e forse ci sono riuscita, perchè lascia la presa e fissandomi attonito, con sguardo di scuse dice solo
< Non volevo farti soffrire... Io non vorrei mai vederti piangere, soprattutto per causa mia, io tengo troppo a te e invece sono stato capace solo a mostrarti il contrario...mi dispiace >
< Tieni le tue patetiche scuse per qualcun altro Ranma, io non le voglio più. Io ti DETESTO > L'ultima parola riecheggia nell'aria, aumentando la distanza tra di noi. La pioggia ha smesso di cadere così che lui può scorgere le mie lacrime inondarmi il viso. Si rabbuia, e voltandosi, prima di andarsene mi dice un semplice
< Scusa > e corre via, gettando a terra l'ombrello, scappando l'ennesima volta da me, lasciando il vuoto nel mio cuore.
Cosa mi rimane? Nulla. Dove sarei andata? Non lo so.
Mi giro e faccio per incamminarmi, ma sento le ginocchia cedermi e l'unica cosa che penso prima di svenire è: Mamma...

Capitolo II
< Guardi signorino...si sta svegliando >
Qualcuno è accanto a me, ne sento la presenza, ma non riesco davvero ad aprire gli occhi, è troppo difficile, meglio rimanere in questa sorta di limbo così...rilassante. Non ci sono pensieri, non ci sono dolori, non ci sono preoccupazioni...non c'è lui...
< Akane Tendo puoi sentirmi? > Ma non è la voce di Kuno quella?
-Cosa diavolo ci fa lui vicino a me? E perchè mi chiede se posso sentirlo? E' scemo?...ah vabbè è Kuno che domande...-
Socchiudo leggermente una palpebra.La luce intensa della stanza in cui mi trovo mi investe, volto la testa dall'altro lato, sperando di potermi riaddormentare, ma mi accorgo con orrore di essere caduta tra le braccia del "Tuono Blu".
< Oh dolce Akane, finalmente ti sei accorta dell'amore che ci lega e ti sei decisa a venire spontaneamente tra le mie braccia... >
< Finiscila Kuno... > borbotto impercettibilmente. Sento la lingua impastata, la bocca arida. Ho freddo e caldo insieme.
< Come ci sono arrivata da te? > riesco a chiedere, mantenendo un po' di lucidità nel caos di domande che affollano la mia mente.
-Perchè sono da Kuno? Come ci sono arrivata? E perchè mi sento così debole? Cosa è successo? E soprattutto dov'è Ranma?-
Non riesco a terminare questo pensiero che la mia mente mi riporta a galla ricordi dolorosi...la lite, il freddo, la pioggia...il mio odio, il suo sguardo di scuse e la fine di tutto...
< Bbre.. > ha concluso intanto Kuno.
< Eh? > chiedo cadendo, dalle nuvole, puntellandomi sulla sua spalla, nel tentativo di sorreggermi.
< Tre giorni fa tornavo a casa dall'allenamento a scuola ed ero con Sasuke. Ti ho trovata svenuta a terra dolce Akane, eri fradicia. Dormi da allora ed ero seriamente preoccupato che la febbre non si abbassasse >
Spalancai gli occhi. 3 giorni. Mio padre sarà morto d'infarto!
< Kuno ti dispiace se chiamo a casa? Devo avvertire mio padre che sono qui da te o si preoccuperà più di quanto non sia ora >
< Ma certo, che sciocco non averci pensato io! Come tuo futuro sposo avrei dovuto provvedere a tutto... Sasuke portale il telefono e lasciale un po' d'intimità mentre chiama, poi quando avrà terminato portale da bere e mangiare... Deve rimettersi in sesto >
Mi adagia sul letto e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
Mi sdraio, soffocando il viso nel cuscino.
< Signorina Akane il telefono...glielo lascio qui e me ne vado... > il silenzioso ninja scompare velocemente così come è arrivato.
La testa mi rimbomba, sembra quasi esplodere. Le tempie pulsano violentemente e le sue parole continuano a riecheggiarmi in testa:
< Non è certo colpa mia se tua madre non ti ha insegnato nulla! >
Provo l'istinto irrefrenabile di rompere qualcosa ma non ho abbastanza forza. Voglio urlare ma dalla mia bocca non esce alcun suono a causa della gola serrata dalle lacrime represse. Mi adagio sul morbido piumone in posizione fetale e mi immagino di essere stretta tra le braccia della persona che purtroppo non mi regalerà mai più un abbraccio. E piango, piango come non ho mai fatto da allora.
- Kasumi mi ha fatto da mamma e finchè non è arrivato lui a Nerima pensavo di essere una ragazza per bene, con una vita normale, semplice e quasi programmata. Da quando è piombato nella mia vita ha rimesso in gioco tutto e tutti, me stessa per prima, rendendomi sempre insicura, fragile e odiosamente gelosa delle altre. Mamma perchè permetti che io passi tutto questo? Non avevo sofferto abbastanza dopo la tua morte?-
Le lacrime bagnano la coperta, che insaziabile le assorbe come una spugna. Guardo contrariata il cordless. So di dover avvisare a casa che sto bene, ma se mi rispondesse lui?
Lo afferro di malavoglia e ancora con dita tremanti e gelide compongo il mio numero a memoria.

< Bwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Akane figlia mia adorata dove sei? Bwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa>
-Oddio mio sono giorni che va avanti così, io non lo sopporto più. Come se ci stesse male o fosse preoccupato solo lui. Chissà dove è finita ora. In tre giorni mi sono immaginato gli scenari peggiori su quello che può esserle successo. Perchè diavolo me ne sono andato lasciandola li? Maledetto...-
Cammino su e giù per la mia stanza da ore, nemmeno le arti marziali mi aiutano a scaricare la tensione, mi ricordano troppo quegli occhi nocciola che mi hanno spezzato il cuore e devastato l'anima. E' questo l'amore? Non credo. Dovrebbe essere quello che ti fa toccare il cielo con un dito, che il solo sentirla nominare ti manda nel panico e non capisci più niente e se sorride poi il tuo cuore cessa di battere... No, l'amore non fa così male...
< Ranma, dov'è Akane? > me lo avevano chiesto mille persone in quei giorni, lei era sempre stata popolare a scuola e la sua assenza prolungata era stata notata.
-E' impossibile seguire le lezioni, mi ritrovo sempre a fissare quel banco vuoto e a immaginarmela sorridente che svolge un'equazione...-
Lo squillo del telefono mi riporta alla realtà. Nessuno sembra badarci, presi come sono dal conforto del signor Tendo e così, stancamente mi dirigo verso l'apparecchio per rispondere.
< Casa Tendo >
Passa qualche attimo di silenzio pesante, nel quale furioso sto per riattaccare, poi la sento, impercettibile come un sussurro ma avverto la sua voce.
< Passami mio padre > Un ordine imperioso, dettato senza il minimo calore. Il mio cuore riprende la sua folle corsa dopo 3 giorni di mancato lavoro.
< Akane, sei davvero tu? Stai bene? Dove ti trovi? > le domande si sovrappongono l'una all'altra, ho bisogno di sapere dov'è, voglio trovarla, stringerla tra le mie braccia e chiederle scusa anche in ginocchio, calpestando il mio odioso orgoglio, se servisse a riportarla da me. Deve capire quanto l'amo e che non mi arrenderò mai... Lei non mi risponde, sto per parlare nuovamente, ma tutta la sua famiglia, avendomi sentito gridare il suo nome è accorsa e mi ha tolto il telefono di mano.
< Akaneeeeeeeeeeeeeeee, figlia mia stai bene? > chiede Soun, asciugandosi gli occhi.
< Dove sei? > Chiede ancora dopo aver sentito la sua risposta.
< Pensi di tornare presto? >
< No, hai ragione, rimettiti e fammi avere tue notizie, l'importante è che stai bene dolce bambina mia! >
Sento la sua voce delicata attraverso l'apparecchio parlare concitatamente al padre e vedo lui lanciarmi un'occhiata fugace e poi annuire. Alla fine la saluta da parte di tutti e riattacca.
< Papà come sta Akane? > Chiede premurosa Kasumi < Devo farle avere qualcosa? >
< No, sta bene ha solo un po' di febbre, per adesso pensa di rimanere per un po' dov'è per rimettersi > china lo sguardo sulla tazza di thè fumante di fronte a sè.
< E Dov'è? > Chiedo impaziente.
< Mi dispiace, non me l'ha voluto dire >
La terra mi frana per la seconda volta in tre giorni sotto i piedi. Non ha voluto. Non vuole che la trovi e che parliamo. Stringo i pugni fino a farmi divenire bianche le nocche e serro la mascella. Sotto lo sguardo spaventato di tutti i presenti mi alzo e, salendo in fretta le scale, mi vado a sedere sul tetto.

< Signorina Akane le ho portato qualcosa da mangiare e degli abiti puliti della signorina Kodachi, è in viaggio e non se ne accorgerà >
< G-grazie Sa-Sasuke > Balbetto fra i singhiozzi. Lui mi guarda interrogativo, ma senza chiedere nè pretendere spiegazione esce dalla mia stanza.
Possibile che solo il suono della sua voce mi abbia fatto tanto male?
< Non è certo colpa mia se tua madre non ti ha insegnato nulla! >
< BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA > grido con tutta l'aria che ho in corpo, tenendomi la testa fra le mani. Sento che sto per scoppiare.

< Ranma posso parlarti un attimo? >
< Kasumi rischi di farti male qui, scendi! > Mi ha raggiunto fin sul tetto...che gentile che è, mi ricorda tanto la mia Akane.
< Aiutami dai, se sto attenta non mi succede niente >
Tu-tum. Il mio cuore cessa per un altro interminabile secondo di battere. Quelle stesse parole già sentite.
Mi riscuoto e l'aiuto a sistemarsi vicino a me.
< Strano, non mi ero mai resa conto della bella vista che c'è quissù, ora capisco perchè tu e Akane ci venite spesso >
Tu-tum, un altro colpo al cuore, di questo passo non reggerò molto.
< Ranma, cosa le hai fatto questa volta? Se se n'è andata così e non ha intenzione di tornare deve essere una cosa piuttosto seria. Cosa le hai detto? >
Opto per la veirtà, inutile nasconderle qualcosa.
< Ha....ha rotto il fidanzamento >
Tu-tum...non l'avevo ammesso ancora nemmeno a me stesso e il suono di quelle parole ha un effetto più devastante di quanto immaginassi. < Oh, Ranma, perchè? Tu la ami! > mi abbraccia forte, come per consolarmi. Peccato che le sue braccia non siano quelle della persona che vorrei.
< Solo che è l'unica a non essersene resa conto > sospiro amaramente.
< Cosa le hai detto? >
< Io... > tentenno, non voglio rievocare le cattiverie che lo gridato contro.
< Tu...? > mi incoraggia lei.
< Le ho detto che la madre non le ha insegnato nulla... > dico tutto d'un fiato, come se questo potesse rendere le mie parole meno spregevoli.
Kasumi rimane impietrita, la stessa reazione di Akane.
< Ranma sai che non avresti dovuto... > Mi rimprovera. Già, come se non mi sentissi abbastanza in colpa così.
< Io la amo... come faccio a vivere senza di lei? Io non ci riesco...andare avanti per questi 3 giorni senza avere sue notizie è stata una tortura... Le ho fatto del male lo so, ma non so come rimediare stavolta... Sento che è davvero finita... > Mi passo una mano tra i capelli, gesto che lei mi aveva confessato di adorare e di nuovo sento il mio cuore stretto in una morsa.
< Solo se ti arrendi senza combattere è finita sul serio. Quello che hai detto è grave si...ma non irrimediabile... > Cerca di infondermi coraggio, ma non ci crede troppo neanche lei. Si alza silenziosa e incerta si avvia per tornare in casa, lasciandomi solo col mio dolore...
- Akane... -

Capitolo III
< Dolce Akane...Perchè non usciamo a fare una passeggiata io e te? Avanti! >
-Possibile che non si sia ancora arreso? Sono giorni che entra in camera mia, mi abbraccia come se fosse il mio fidanzato e...e... >
Inutile...non riesco nemmeno a continuare il pensiero. Quella parola mi rimbomba in testa, assumendo sempre più le forme di un ragazzo moro con un buffo codino.
< Akane! > Mi prende dolcemente per le spalle e mi scuote. Mi sento inerme, come se ogni cosa mi scivolasse addosso. Non provo più niente, svuotata da ogni emozione.
< Lasciami in pace per favore Kuno... > lo prego, fissando lo sguardo sulla parete bianca della stanza.
< Come vuoi... > per la prima volta dopo una settimana, finalmente si arrende. Rimango appoggiata con la schiena al muro, a fissare la sua figura avvicinarsi alla porta e socchiudere l'uscio. Prima di andarsene però mi fa notare una cosa
< Sai Akane Tendo, la prima volta che ti ho visto mi colpisti non solo per la tua bellezza, ma per la determinazione: chiun que ti corteggiasse, me compreso purtroppo, finiva in orbita nel giro di qualche secondo. E col passare degli anni, anche dopo l'arrivo di Saotome, tu hai sempre affrontato risoluta tutti i problemi che ti si sono posti davanti , rimboccandoti le maniche dove necessario e mettendoti al lavoro. Hai sofferto lungo la strada si, io l'ho visto, ma sono sempre rimasto all'esterno a guardare, amandoti a mio modo ma consapevole del fatto che nel tuo cuore c'era e c'è sempre stato solo lui e che saresti stata in grado di rialzarti da sola... > Spalanco gli occhi, come colpita da un pugno nello stomaco. Non avrei mai immaginato che Kuno potesse notare così tante cose, dato che ogni volta veniva steso in meno di 3 secondi o dalla sottoscritta o da Ranma... Già...Ranma.... L'hanno capito tutti che lo amo, eccetto lui. Lui e il suo maledetto orgoglio...
< Io non so cosa sia diverso questa volta, ma non riesco più a vederti così, quindi ti pregherei di fare i bagagli e tornare a casa se è questo lo stato in cui devi vegetare. Non sopporto la tua vista in questo stato. Sarò felice di sapere che tu rimani solo a patto che torni quella che eri...perchè quello che vedo io è solo l'ombra di Akane Tendo...>
Non riesco a muovere un muscolo, tanto sono esterrefatta. Kuno, il ragazzo più idiota presente sulla faccia della Terra mi ha sempre tenuta d'occhio e, pur rimanendo dietro le quinte, ha partecipato alla mia vita, imparando a conoscermi. Mi risveglio dal mio stato di trance solo quando sento lo scatto della serratura, segno che è uscito dalla stanza. Senza emettere suono scivolo lungo la parete, ritrovandomi in ginocchio, gli occhi ancora stralunati.
< Non è certo colpa mia se tua madre non ti ha insegnato nulla! > ancora quelle dannate parole, ma stavolta no, andrà diversamente.
Non resterò a piangermi addosso come una femminuccia per una intera settimana.
- Questa non sono io... Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, mostrerò a tutti la mia forza, quant'è vero che mi chiamo Akane Tendo! -
Mi alzo e convita mi avvicino al telefono sul mio comodino. Inspiro profondamente e poi chiamo casa, decisa ormai a dare una svolta alla mia vita.


< Ranma! Che ci fai qui? >
Deglutisco a fatica...E adesso come glielo spiego?
< Ehm...volevo sapere se Akane è ospite da te... > Semplice, le dico la verità.. Solo che non avevo previsto la reazione di quella pazza di Sayuri.
< RANMA MI STAI FORSE DICENDO CHE NON SAI DOVE SI TROVI AKANE? > chiede isterica, strillando in modo che tutta Nerima la senta. Mi affretto a rimediare.
< No, no! Figurati, volevo sapere se OGGI è passata da te... > sembra berla e si calma un po'.
< No, sai che sono giorni che non la vedo, mi piacerebbe sapere dove si è cacciata...> riflette pensierosa, portandosi una mano al mento.
< Anche a me... > commento io ad alta voce, troppo distratto per rendermi conto che lei mi ha quasi sentito.
< Cosa? Che hai detto? >
Balzando all'indietro, colto alla sprovvista, le rispondo frettolosamente < Niente, riflettevo solo ad alta voce. Non importa comunque, ci vediamo domani a scuola e grazie! >
Non le do nemmeno il tempo di salutarmi a sua volta, inizio a correre appena sono fuori dal cancelletto d'ingresso di casa sua.
Uno, due, tre isolati. Corro a perdifiato, senza nemmeno guardare in che direzione vado.
All'improvviso urto qualcosa, o meglio qualcuno.
< Saotome, TU! Vuoi guardare dove metti i piedi? >
- Ci mancava solo lui oggi, come se non fossi abbastanza nervoso per conto mio... >
< Ma stai zitto Kuno! > Gli grido contro. Non mi ha nemmeno fatto un graffio e a dir la verità non sono nemmeno caduto a terra per l'impatto, ma ha avuto lo sfortunato destino di scontrarsi con me e per questo deve subire tutta la mia frustrazione.
<... Akane... > Come se mi avessero dato una scarica da 9.000 volts mi riscuoto.
< Che hai detto? > Quel nome ha rimesso in moto qualcosa in me, e la speranza di trovarla torna più prepotente che mai. Più volte in questi giorni aveva telefonato, badando sempre a riagganciare prima che potessi prendere in mano la cornetta per parlarle. Nabiki non si era lasciata corrompere, strano a dirsi, e non mi aveva voluto rivelare dove fosse.
< Ho detto che non capisco proprio come faccia a soffrire tanto per uno come te la dolce Akane... Chissà cosa ci trova... > Ripete scocciato < Comunque mi dispiace non potermi fermare a lottare contro di te, ma ho un'ospite gradita a casa che attende impaziente il mio ritorno, quindi se vuoi scusarmi... >
Prima ancora che possa assimiliare quello che ha detto su Akane, e quindi reagire di conseguenza, è già sparito.
- Akane soffre per me? Akane trova qualcosa in me? Ma che cazz... -
Sento cadermi un'incudine sulla testa, come quando ti accorgi che la soluzione più ovvia è davanti ai tuoi occhi e non te ne sei reso conto prima.
- Akane è a casa Tatewaki! - Senza darmi nemmeno il tempo di trovare qualcosa da dirle una volta avutala davanti, riprendo la mia corsa da dove l'avevo interrotta e mi dirigo alla villa di Kuno.
Appoggiandomi al portone enorme in quercia, per riprendere fiato, busso violentemete, tanto per far intuire ai padroni di casa che ho fretta.
< Si? > la voce di Sasuke risulta ovattata da dietro l'uscio.
< Sono Ranma Saotome, apri, devo vedere Akane! >
Dopo attimi che mi sembrano interminabili si affaccia , senza però uscire completamente.
< Mi dispiace ma la signorina Akane non è più nostra ospite; se n'è andata poche ore fa, nemmeno il signorino Kuno sa dove sia >
Non gli credo < Apri maledetto! >
Vedendo poi che non si faceva da parte inizio a gridare
< AKANEEEEEEEEEEEEEE, apri sono Ranma ti devo parlare. AKANEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE >

< AKANEEEEEEEEEEEEEE, apri sono Ranma ti devo parlare AKANEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE >
Quelle grida mi perforano l'anima, arrivandomi dritte al cuore. Quella voce bellissima di cui sono innamorata chiama il mio nome con una nota disperata.
I miei piedi sembrano muoversi da soli e vorrebbero correre da lui, seguendo ciò che mi dice il cuore, ma la testa no, non glielo permette.
Il dolore è ancora troppo vivo in me ed è li a ricordarmi come mi ero ridotta a causa sua, fantasma della ragazza che sono.
- Mamma ti supplico, fallo smettere, non resisto più - prego mentalmente, mentre Kuno mi circonda con le braccia.
Siamo dietro il portone, pronti per andare a cena fuori a festeggiare il lieto "evento" che gli ho appena comunicato.
Non ho voluto vedere Ranma, non ora che sono ancora piuttosto scombussolata, per questo ho fatto inventare una balla dal ninja servo di Kuno. Rimando tutto a domani, quando tornerò a scuola. Ho preso la mia decisione e ho avvisato anche mio padre per telefono. E' rimasto in silenzio per qualche attimo, ma poi mi ha dato la sua benedizione, affinchè trovi la felicità, che in fondo è solo ciò che lui desidera per me.

Stancamente rinuncio. Mi sento sconfitto per la prima volta in vita mia. Mandando poco cortesemente a quel paese Sasuke, faccio ritorno al dojo Tendo. Mai quella casa mi è sembrata più vuota senza i suoi sorrisi, le sue grida, i suoi occhi.
< Sono tornato > Annuncio debolmente, sapendo benissimo che nessuno mi presterà attenzione, come ormai succede da giorni.
< Ranma, puoi venire un attimo? Devo dirti una cosa... > come non detto...
< Soun, l'ho cercata e avevo anche capito dove fosse ma sono arrivato troppo tardi, era già andata via, non mi hanno voluto dire dove... >
Non mi sta ascoltando, lo leggo dai suoi occhi. Sembra infinitamente più vecchio di quanto non l'abbia mai visto, più stanco, come se un peso gli gravasse sul cuore. Istintivamente mi appoggio ad una parete, preparandomi a qualcosa che so già mi annienterà dentro.
< Ranma, ascolta... > Non sono sicuro di volerlo sentire, ma lo lascio continuare.
< Circa due ore fa ha telefonato Akane... > lo interrompo bruscamente.
< Non ha chiesto di me? Dov'è? >
< Ranma ASCOLTAMI > Alza il tono della voce perchè faccia silenzio < Akane mi ha comunicato una decisione...e io devo rispettarla seppur con rammarico visto e considerato che per me ormai sei quasi un figlio... >
- No, non lo dire ti prego, non lo dire... >
< Ranma... Akane ha deciso di voler accettare la proposta di fidanzamento di Kuno Tatewaki... >

Capitolo IV
< AKANEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE > non faccio in tempo a mettere piede in classe che una Sayuri completamente pazza mi corre incontro, soffocandomi in un abbraccio stritolatore.
< Sa-yu-ri...aria... > le chiedo a fatica.
Rossissima in volto si allontana scusandosi. Muovo un passo incerta all'interno dell'aula, aspettandomi un'altra ondata di abbracci degni di un lottatore di wrestling, che in effetti non tardano ad arrivare; sono completamente circondata dalle mie compagne di classe, che, senza darmi il tempo di sedermi, mi fanno un terzo grado coi fiocchi.
- E non oso pensare cosa succederebbe se sapessero di me e Kuno... - sospiro demoralizzata, pensando che forse sarebbe stato meglio restare a casa ancora un po', aspettando che le acque si calmassero.
< Scusate l'interruzione del solito programma radiofonico mattutino, ma avevo una comunicazione urgente da fare... >
- Ma perchè non sto mai zitta? Quella voce all'interfono e di Kuno...Dio mio ti prego fà che non dica nien...-
< Spero vogliate partecipare alla mia immensa gioia... Oggi è un giorno speciale... Io e la dolcissima Akane Tendo siamo ufficialmente fidanzati! >
Una ventina di paia d'occhi si puntano fulmineamente contro di me. Sayuri con sguardo omicida mi chiede:
< Ah...e quando pensavi di dircelo signorina? >
Prendo nervosamente il lembo della gonna della divisa scolastica del Liceo Furinkan tra le mani e inizio a torturarla.
< Beh...è successo tutto così in fretta...Solo ieri ho preso questa decisione >
Ma lei è spietata e avida di risposte e mi pone la domanda che più temo:
< E... Ranma? >
Il mio cuore cessa di battere. Trattengo il fiato senza rendermene nemmeno conto. I secondi aumentano, la tensione cresce e il volto del ragazzo che amo si insinua nei miei pensieri, cercando di travolgermi con i mille ricordi dei momenti passati insieme.
< NO! > grido senza rendermene conto. Mi sono allenata a tenerlo fuori dalla mente tutta la giornata di ieri, lui non deve influire mai più sulla mia vita, non avrà più voce in capitolo.
< Akane..no cosa? >
< No nel senso di non lo sa e se anche lo sapesse non può fare nulla, io non l'ho mai amato e mio padre non poteva tenermi legata ad un uomo con cui non sarei potuta mai essere felice, ha optato ovviamente per la scelta più giusta nei miei confronti >
-E' quello di cui cerco di convincermi da ieri sera, c'è solo una piccola pecca nel mio bellissimo discorso convincente...Io AMO quello scemo... -
- No Akane che diamine dici? Tu AMAVI Ranma, hai smesso di farlo quando ti ha praticamente distrutto il cuore con quelle parole. Basta piangere sul latte versato, quel che fatto è fatto; certo è che non gli permetterai più di farti del male -
Perfetto...sono compeltamente uscita di senno se anche la mia coscienza mi rimprovera.
Sorrido. Un sorriso di circostanza, che mi serve per coprire la lotta interna che sta avvenendo nella mia testa, e mi appresto a raccontare la romantica serata passata con Kuno il giorno precedente.

- Non è possibile... -
Sarà la ventesima volta che me lo ripeto, cercando di convincere me stesso di trovarmi in un sogno, anzi in un incubo, dal quale presto mi sveglierò e troverò ancora Akane di fronte a me col solito secchio d'acqua in mano che mi grida contro di sbrigarmi.
Ma è una settimana che mi prendo a schiaffi e pizzichi, senza ottenere alcun risultato, se non quello di mostrarmi ancora più idiota di quanto sono...
Ieri sera dopo che Soun mi ha comunicato la decisione di Akane, per poco non svenni. Non volevo crederci. Sono corso in camera di lei, cosa che non avevo mai fatto in sua assenza, mi sono buttato sul suo letto ispirando il suo profumo e mi sono addormentato lì, stringendo un cuscino che immaginavo fosse il mio maschiaccio.
< Ciao Ranma! > Hiroshi è di fronte a me, appena apro la porta della classe, stranamente sono arrivato in orario.
< Ciao > Ricambiare il saluto è una cortesia, che non si vieta a nessuno. Chissà perchè ha quella faccia così...colpevole quasi.
Rimaniamo uno di fronte all'altro per qualche minuto e quando sto per chiedergli il permesso di entrare la sento. Distinta, come se fosse ad un millimetro di distanza dal mio orecchio; vera, sincera come i miei ricordi non avevano saputo darle vita...la sua risata.
Sposto violentemente il mio amico da davanti la porta ed entro, assistendo alla più mirabolante delle apparizioni.
Lei è li, bella come non è mai stata ai miei occhi, sorridente come non la ricordavo, serena come non è mai stata con me.
Akane...
I suoi occhi incontrano i miei e mi perdo per attimi che sembrano eterni in quel mare di cioccolato fuso. Dentro però non vi scorgo nulla di ciò che mi aspettavo: nè rabbia, nè rancore, nè risentimento, solo...dispiacere?
Si, è ciò che mostrano quelle iridi castane...dispiacere e nient'altro.
Mi avvicino a lei, facendomi largo tra le sue amiche, e quando sto per dar voce ai miei pensieri, ecco arrivare il professore, che mi invita cortesemente ad accomodarmi al mio posto.

-Mamma, riesci a percepire almeno in parte cosa provo? Io non capisco più niente. Mi è bastato rivederlo, rincontrare quegli occhi blu tempesta per far fermare il tempo. Ma tu sai meglio di chiunque altro quante possibilità gli ho dato, quante cose ho mandato giù per amor suo e adesso sono stanca. Voglio riprendere la mia vita da liceale qualunque, quella che avevo prima che arrivasse a Nerima -
Rifletto distratta su questi pensieri, senza rendermi conto che ho disegnato una R sul foglio che ho davanti. Mi affretto a cancellarla prima che qualcuno la noti e poi, inconsciamente, volto lo sguardo alla ricerca di lui; sotterrando definitivamente i sentimenti che provo nei suoi confronti, bisbiglio
< Addio...amore mio... >

- Ha cercato il mio sguardo! Finalmente si è voltata! Non ci posso credere, allora forse una speranza ancora c'è! -
Sento il cuore battermi folle nel petto, quasi volesse farsi sentire da tutti. Hiroshi mi guarda interrogativo, senza capire. La sua occhiata però mi fa intuire che c'è qualcosa che non va. Riparandomi dietro al compagno che ho davanti e, sussurrando per non farmi beccare dall'insegnante, chiedo al mio compagno il motivo di tanto mistero.
Lui tace, voltandosi dall'altro lato rispetto a me, riluttante a rispondermi.
< Ranma, giuro vorrei essere l'ultima persona a doverti dire questa cosa ma...non ho potuto fare a meno di spiare la chiacchierata tra le ragazze prima e... beh...Akane ha usato queste testuali parole: io non l'ho mai amato e mio padre non poteva tenermi legata ad un uomo con cui non sarei potuta mai essere felice, ha optato ovviamente per la scelta più giusta nei miei confronti... >
Mi osserva preoccupato, come aspettandosi una reazione violenta da parte mia, come che so, buttare all'aria il banco o la classe intera. Invece mi limito a sorridere come un'ebete, sordo al rumore prodotto dal mio cuore che si è sbriciolato in mille frammenti, ognuno riportante sopra il viso di Akane.


***


< Amore mio, eccoti finalmente, cominciavo a pensare che non saresti più uscita da quell'aula! > Kuno è davanti al cancello d'entrata del nostro liceo, sorridente come al solito.
< Scusa, mi sono intrattenuta a fare le pulizie: data la mia settimana d'assenza mi hanno messo sotto! > spiego velocemente.
E' bello e rilassante non dover litigare con nessuno, nè dover badare a quello che dici per paura di offendere; l'unica cosa che devo ricordarmi di fare è essere sempre me stessa, semplicemente. Ed è una cosa talmente nuova per me, che quasi sento la mancanza degli strilli e degli insulti.
Kuno mi prende per mano e mi accompagna fin davanti il dojo Tendo.
< Attenderò qui fuori che tu faccia le valigie, ho intenzione di far si che Villa Tatewaki diventi casa tua immediatamente >
- Questo però non era previsto...e ora? - Cerco di temporeggiare per cercare una valida risposta da dargli, quando all'orizzonte scorgo due persone avvicinarsi a noi: una porta una grossa spatola dietro la schiena, l'altra tiene i capelli legati in un codino e indossa vestiti cinesi.
Arrivano davanti a me e Kuno e si fermano.
< Ciao Akane! > Ukyo mi saluta cordiale, sicuramente è contenta che le abbia lasciato campo libero.
< Ciao Ucchan! > rispondo cortese.
L'aria è tesa, Ranma scruta con aria di sfida il mio fidanzato, cosa che non mi piace affatto...
< Qualcosa non va Ranma? > mantengo un tono neutro, come se stessi parlando ad un estraneo. Mi squadra da capo a piedi, prendendo in considerazione l'idea di rispondermi per le rime, lo capisco dal suo sguardo, di cui ormai conosco ogni minima sfaccettatura.
< Come mai c'è anche Kuno con te? > Ukyo era assente a scuola e non ha sentito l'annuncio del "Tuono Blu" del Furinkan tramite radio.
< Io e la mia dolce Akane Tendo siamo ufficialmente fidanzati e l'ho accompagnata a casa affinchè possa fare le valigie e trasferirsi da me... >
Ucchan mi scruta, con occhi severi, tremendamente indagatori, che non riesco a reggere, così punto i miei a terra.
< Ti dispiace se ti accompagno su per aiutarti? > Mi chiede cogliendomi alla sprovvista. Dopodichè, senza aspettare una risposta, mi prende a braccetto e mi trascina in camera mia, senza darmi tempo di salutare nessuno della mia famiglia.
Mi spinge dentro e chiude violentemente la porta dietro di sè. Avanza come una furia fino a raggiungermi e mi inchioda con lo sguardo.
< Che diavolo ti passa per la testa? > no, mi ero sbagaliata, non è una furia, è molto, molto peggio.
< Che vuoi dire? >
< CHE VOGLIO DIRE? TU HAI MOLLATO UNO COME RANMA PER...KUNO?> quasi ride per la palese battuta.
< E se anche fosse? >
< Akane senti...te lo dico con tutto il garbo possibile... TU SEI UNA COMPLETA IMBECILLE >
- Eh no, finchè offendi Kuno ok ci sto, ma se mi tiri in mezzo bella mia sono cazzi tuoi... -
< CHI SEI TU PER DIRMI QUELLO CHE DEVO O NON DEVO FARE? E SOPRATTUTTO TI CREDI TANTO MIGLIORE DI ME PER POTERMI DARE DELLA IMBECILLE? > avanzo, rivolgendole uno sguardo infuocato, che lei riesce a sostenere.
< SI, MI CREDO MIGLIORE DI TE. E SAI PERCHE' AKANE? EH, DIMMI LO SAI? PERCHE' IO HO APERTO GLI OCCHI DA TEMPO E HO SMESSO DI VIVERE NEL MONDO DEI SOGNI... TU E RANMA VI AMATE, E' COSI EVIDENTE, MA SIETE TREMENDAMENTE ORGOGLIOSI PER AMMETTERLO CHE FINITE SEMPRE CON DIRVI STRONZATE SU STRONZATE PUR DI NON CONFESSARE ALL'ALTRO CIO' CHE SENTITE... E QUINDI NON VENIRMI A DIRE CHE STAI CON KUNO PERCHE' E' QUELLO CHE VUOI...SE VUOI DIRMI QUALCOSA FA' CHE SIA QUALCOSA DI REALE! >
-Wow...-
E' lunico pensiero idiota che riesco a formulare, sono realmente rimasta spiazzata, mi ha fatto una lavata di capo inimmaginabile... sono allibita, mi ha praticamente detto di aver rinunciato a Ranma perchè ha capito che lui ama me? non è possibile..
< Ranma non mi ama.. > il mio tono di voce si è notevolmente abbassato, mentre dopo quello che le ho appena detto, il suo si alza di un'ottava ancora.
< SMETTILA DI FARE LA BAMBINA CAZZO! APRI GLI OCCHI! VUOI FORSE DIRMI ANCHE CHE TU NON LO AMI? >
< Io... > non so cosa risponderle...l'ho ammesso con me stessa ed è stata una fatica immane, figurarsi se lo vado a dire a lei, e poi io ho detto addio ai sentimenti che provo per lui oggi a scuola... Ranma è passato, Kuno è presente e futuro.
Mi si avvicina pericolosa e mi dà uno schiaffo su una guancia, forte a tal punto da farmi voltare il viso.
< Rovinatela pure la vita se ci tieni, è la tua fanne quello che vuoi...ricorda però che poi potresti trovarti a passare le giornate in compagnia del rimorso... non sbagliare Akane, e non affrettare le cose, riflettici prima di agire in qualsiasi modo > adesso sta praticamente bisbigliando... e quello che sento nella sua voce è...rimpianto? Parla forse per esperienza personale?
Mi poggio una mano sulla guancia colpita e guardo la schiena di quella ragazza così strana, innamorata della stessa persona che amo anche io (inutile continuare a negarlo) eppure arresa.
Esce dalla mia stanza silenziosa e, confusa a causa delle sue parole che mi hanno smosso qualcosa dentro, la seguo in cortile, dove Ranma e Kuno, erano rimasti soli.

Le vedo allontanarsi frettolosamente, Ucchan tiene sottobraccio Akane e la trascina in casa. Chissà cosa deve dirle. Oggi, tornando da scuola l'ho incrociata e si è offerta di accompagnarmi a casa; stavo per raccontarle di Akane e Kuno quando siamo incappati proprio in loro due. E adesso mi trovo davanti il mio...sostituto e sento montarmi dentro la rabbia. Rabbia perchè me l'ha portata via, rabbia perchè ha preso un posto che è solo e soltanto mio, rabbia soprattutto con me stesso per averla ferita e averla costretta a rifugiarsi tra le braccia di qualcun altro.
Scrocchio le dita furente e mi rivolgo a Kuno con non poca acidità
< Lei non verrà a casa con te, Tatewaki >
< Saotome non farmi ridere, lei sta con me adesso perchè tu non hai saputo far altro che ferirla >
Questo però non è leale, è un colpo che fa male perchè dritto al cuore. Desideroso di vendetta e di provocare anche a lui, un minimo della sofferenza che io sto patendo, gli sferro un destro potente sulla mascella. Kuno barcolla all'indietro, ma riesce a tenersi in piedi, prende in mano il suo bokken* e grida, lanciandosi contro di me:
< E' inutile che mi colpisci solo per sentirti meno responsabile, sei tu che l'hai spinta tra le mie braccia >
Mi colpisce in pieno sullo stomaco. Un dolore lancinante mi investe, mi piego in due dal dolore, cadendo ginocchioni al suolo. Come ha potuto colpirmi? Kuno, l'idiota più grande sulla faccia della terra, è riuscito a colpirmi...
< Mi hai preso solo perchè ho abbassato le difese, ma non succederà più > Lo avverto, e poi con un salto, mi posiziono alle sue spalle e lo ferisco ripetutamente con la tecnica delle castagne.
Lui ride, pur soffrendo.
< E' inutile Saotome. Sfoga pure su di me la tua frustrazione, ma tanto lei è, e rimarrà MIA! >
< NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, LEI NON E' TUA... LEI E' SOLO E SOLTANTO MIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA...SHISHI HOKO-DAAAAAAAAAN >
Tutta la mia infinita tristezza, il mio dolore per la perdita della persona più importante della mia vita, ogni minimo secondo passato con lei, si incanala in una colonna d'energia che travolge sia Kuno che me stesso. Rimango momentaneamente incosciente, ma esaurito l'effetto della tecinca, mi accascio al suolo. Mi ero ripromesso di non usarlo mai quel colpo perchè troppo sfiancante, ma avevo pronunciato le parole senza nemmeno volerlo. Non ci ho visto più quando l'ho sentito dire: è mia...
Akane non potrà mai essere sua, non può...
< Ran-chaaaaaaaaaan > Una ragazza mi corre incontro e mi prende tra le braccia, ma mi accorgo, con non poca fatica, che si tratta di Ukyo. Guardo più in là; oltre le sue spalle e la figura di Kuno steso al suolo, vedo Akane che osserva la scena ad occhi sgranati, inorridita, con gli occhi lucidi. Non riesco nemmeno a formulare mentalmente la domanda sulla persona alla quale sono rivolte le sue lacrime, che il buio mi avvolge, portandomi con sè.

Capitolo V
< Ecco ragazze, ho finito > Il dott. Tofu guarda soddisfatto l'ingessatura che ha fatto sul braccio sinistro di Kuno, insieme ai vari punti di sutura sul labbro e sopracciglio spaccato.
< Ranma, esternamente non è ferito granchè, qualche taglio qua e là, ma ha la febbre molto alta. Akane ho lasciato in cucina a Nabiki le medicine che devi somministrargli ogni otto ore, mi raccomando! > detto ciò si alza, prende la sua valigetta e esce di casa, anche se con dispiacere per non aver incontrato Kasumi. Papà l'ha strategicamente spedita a fare la spesa, altrimenti il povero medico sarebbe stato capace di amputare qualcosa ai due pazienti.
Nella mia mente, come un vecchio film proiettato in bianco e nero su una parete al rallentatore, rivedo il momento della mia comparsa in cortile, ora completamente occupato da una voragine.
L'ho sentito...e non me lo sono immaginato, come tante volte invece era già successo nella mia testa. Ranma, l'amore della mia vita, ha gridato contro Kuno, prima di lanciare lo Shishi hoko-dan, che io sono sua, solo sua; poi ha scagliato il colpo sul povero malcapitato, ma ne è rimasto vittima anche lui. L'ho visto svenire tra le braccia di Ukyo, ma prima cercare i miei occhi. Sono certa che ha visto le mie lacrime, magari però ha anche pensato che fossero per quell'idiota del figlio del preside del mio liceo.
Ero rimasta lì, ferma impalata, come se fossi ferita anche io. Il mio cervello non funzionava e le gambe non volevano ubbidirmi. Riuscivo solo a pensare:
< Mamma, fà che sia vivo... > e nel mentre, sentivo morirmi dentro anche io, insieme a lui.
< Akane dammi una mano, dobbiamo portarlo fuori di qui! > Ucchan mi aveva riscosso con le sue grida e tentava di prendere in braccio uno svenuto Ranma. Mi ripresi velocemente e scesi, quasi gettandomici dentro, la ripida parete della voragine creata dalla tecnica segreta. Il cortile era completamente annientato.
Kuno, invece, era già stato portato in camera da papà e dal signor Genma, prontamente intervenuti. Sono rimasta tutto il tempo col dottore, per vedere se Ranma riprendeva conoscenza, ma non c'erano stati miglioramenti e ormai erano passate ore.
< A...ka...ne >
< Akane, Ranma ha detto qualcosa! > Ukyo, accanto a me, mi dà una gomitata. Inutile, l'ho sentito anche io, solo che a differenza di lei, ho capito anche cosa ha biascicato nel delirio della febbre. Ha sussurrato il mio nome!
Il mio cuore fa una capriola dentro il mio petto e non posso, nè voglio, impedirglielo. Quando l'ho visto inerme a terra ho smesso di respirare, ho smesso di esistere. Si, che lo neghi pure agli altri, che detesti l'idea, che ci soffra per questo...ma io amo solo e soltanto Ranma e non riesco a vivere standogli lontana.
< Akane? > Ucchan mi sta sventolando una mano davanti al viso. Chissà da quanto sta parlando e io non la ascolto.
< Si? >
< Sono tre volte che ripete il tuo nome, però sono preoccupata, è più caldo di prima, si agita nel sonno e ha un tono disperato..secondo te sta avendo un incubo? >
< E' probabile... > mi chiedo mentalmente perchè sia così agitato, chissà cosa sta sognando...
< Ok, io me ne vado, qui non ho nulla da fare, Dai un bacio a Ran-chan da parte mia quando si sveglia... E magari fammi sapere anche come sta, insomma tienimi aggiornta e per qualsiasi cosa basta un colpo di telefono, va bene Akane? >
Annuisco col capo, tenendo fisso lo sguardo sul volto, contratto in una smorfia, di Ranma. Grosse gocce di sudore gli imperlano la fronte, il taglio sulla fronte si è riaperto e mi affretto a medicarlo come avevo visto fare al dott. Tofu. Gli accarezzo una guancia, sorprendendomi di quanto sia bollente. La frangetta gli si è incollata sulla pelle e gliela scosto gentilmente. Lo tocco piano, quasi avessi paura di fargli del male.
< Figliola? > Papà è entrato socchiudendo la porta delicatamente. Volto lo sguardo in sua direzione.
< Perchè non vai a riposarti? Ci penso io qui, non preoccuparti. Voglio che riposi, domani so che sarà stancante, per favore fallo per me, sono in ansia per la tua salute >
Faccio per replicare, cercando di convincerlo che non voglio staccarmi da Ranma (non più), ma qualcosa nei suoi occhi mi fa tacere. Mio padre, che ha cresciuto e allevato tre bambine da solo, dopo la morte dell'amata moglie, e che per me è sempre stato il simbolo della forza e della vitalità, adesso appare ai miei occhi stanco e...vecchio...tutto il peso di quelle responsabilità sulle sue spalle inzia a farsi sentire. Mi avvicino a lui in ginocchio e lo abbraccio.
< Ti voglio bene papà > Mi tiene stretta tra le sue braccia e mi sussurra dolcemente in un orecchio:
< Lei sarebbe stata orgogliosa di te come lo sono adesso io >
Colpita in pieno. Ma come ha capito che ciò che mi ha allontanato da Ranma è stato qualcosa che lui si era lasciato sfuggire sulla mamma?
< Ora va' e riposati, ti avverto se c'è qualche cambiamento >
Esco dalla camera dove entrambi i feriti riposano e vado nella mia stanza. Entro, mi chiudo la porta alle spalle e la osservo. Mi sembra come se ci fosse qualcosa fuori posto come...il mio cuscino!
Il letto era rifatto quando l'ho lasciato, ora invece è sfatto come se qualcuno ci avesse dormito sopra e il guanciale è posto trasversalmente rispetto alla sua solita posizione.
Affondo il viso nella federa e inspiro avidamente: proprio come avevo sperato, c'è il profumo del mio Ranma sopra di esso.


Corro. E ancora e ancora e ancora, ma sembra non essere mai abbastanza. Non riesco a raggiungerla, è troppo distante da me. Più la chiamo, più lei, sorda ai miei richiami, mi ignora. Si volta di tanto in tanto, per farmi scorgere il suo volto che tanto amo, ma poi si gira e continua a camminare. Ogni suo passo sono dieci dei miei. Inciampo, non so esattamente in cosa, e cado a terra, sbattendo contro una superficie liscia e fredda.Scura come la pece. Lucida tanto da riflettere la mia immagine.
La vedo fermarsi e voltarsi, come se aspettasse qualcuno. Rinvigorito dalla speranza che attenda me, mi rialzo a stento e riprendo la corsa. La chiamo e lei sorride, immobile lì dov'era prima. Dopo qualche istante però mi rendo conto, con orrore crescente, che il suo sorriso non è indirizzato a me, ma a qualcuno alle mie spalle, che avanza molto più spedito, che le arriva davanti e la bacia, davanti ai miei occhi. Cado di nuovo, ma non provo nemmmeno a rialzarmi, il colpo è troppo duro da sopportare, i miei occhi si rifiutano di guardare Kuno che bacia Aakne. E piango, per la prima volta in vita mia, incurante di quello che direbbe mia madre sulla mia virilità, piango e invoco il suo nome e glielo dico, anzi glielo grido:
< AKANE TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOO >
Sussulto e mi sveglio di botto, così ritrovandomi anche seduto sul futon. Ma sono costretto a rimettermi immediatamente sdraiato, a causa di una emicrania lancinante. Mi premo le dita sulle tempie e nel frattempo mi guardo attorno: sono nella camera che da due anni occupo in casa Tendo, accanto a me un altro futon è vuoto, ma noto dalle coperte sfatte, che è stato occupato fino a poco fa. Addormentato in ginocchio alla mia destra, c'è il signor Tendo. Poverino deve essere rimasto qui tutta la notte. Ah già è anche mattino!
Un cielo limpido e terso, con tanto di sole splendente, si intravede dalla finestra. A parte il mal di testa mi sento meglio, più in forze. Non dovevo proprio lanciarlo quello Shishi hoko-dan, per poco non ci lascio le penne.
Scendo al piano di sotto barcollante, attento però a non fare troppo rumore: in fondo non ho la minima idea di che ore siano.
< Ranma! Cosa ci fai in piedi? > Kasumi mi corre incontro premurosa e mi sostiene, passandomi un braccio intorno alle spalle.
< Sto bene a parte una forte cefalea. Dov'è Akane? > Quella domanda mi riporta alla mattina di otto giorni fa, quando posi la stessa domanda a Nabiki. Solo che poi il mio maschiaccio si presentò con un piatto cucinato da lei, questa volta invece non c'era.
< E'...uscita... >
< Kasumi cosa mi nascondi? > chiedo, staccandomi bruscamente da lei e appoggiandomi alla parete retrostante.
< Niente Ranma, tranquillo non è lo stesso tipo di notizia che ti ha dato papà qualche giorno fa, Akane è semplicemente andata al cimitero...>
< Il suo compleanno... Vado anche io! >
< Ma non stai bene, non sei in grado... > Cerca di fermarmi. Mi volto verso di lei, la guardo dritta negli occhi e le dico:
< Io DEVO Kasumi! Devo chiarirmi con lei, le devo parlare, le devo spiegare e le devo confessare il mio amore...non posso vivere senza di lei... Lasciami andare per favore! >
E, senza nemmeno aspettare la risposta, mi incammino, sicuro di averla convinta e speranzoso di fare altrettanto con Akane.

Capitolo VI
Un silenzio quasi surreale aleggia nel cimitero di Nerima. L'aria frizzante smuove le chiome degli alberi, qualche foglia cade a terra.
Il cielo, nonostante tutto, è limpido e sereno; qualche nuvola si addensa vicino al sole, senza mai, tuttavia, riuscire a coprirlo.
Io cammino tra le lapidi, in cerca di una in particolare, con un mazzo di rose bianche in mano; bianche come la purezza che ho sempre associato a te...mamma.
Eccomi.
Anche quest'anno sono venuta qui nel giorno del mio compleanno, perchè è il momento in cui avverto maggiormente la tua mancanza. Oggi poi, mi sento sempre più confusa, sempre meno sicura di ciò che voglio.
Adagio leggermente il mazzo davanti a quel blocco di pietra che porta inciso il tuo nome sopra e ne accarezzo il contorno.
Posso sentirti vicino a me, so che ci sei, che sei sempre con me, ma non posso fare a meno di piangere, perchè vorrei che tu fossi reale, concreta. Vorrei che tu mi abbracciassi tra le tue dolci braccia materne, scaldandomi un po'; che mi accarezzassi la testa come quando ero piccola e che mi dicessi che va tutto bene e che presto passerà.
Ma non puoi...non più.
Cado in ginocchio davanti a quel freddo marmo che non rispecchia minimamente la tua gioia di vita e una stilla salata vi cade sopra.
- Non era questa la vita che avevo immaginato, sai?. Da piccola l'avevo sempre vista con tanto amore, con una famiglia tutta mia che viveva insieme nel dojo e con un marito che mi amava e tanti bambini. L'avevo sognata con te al mio fianco che mi sorridevi mentre cucinavamo insieme, con papà che giocava con i miei figli, portandoli sulla schiena. Ma niente si questo si è realizzato. L'amore è solo una grossa fregatura, mamma; e me ne sono resa conto a mie spese. Si, l'ho detto e non smetterò di ripeterlo, che io amo quello sciocco di Ranma, ma se devo soffrire così, giuro che preferirei non provare nulla. Lui non mi ama...-
Appena formulo questo pensiero sento la terra franarmi sotto i piedi. E' una verità talmente ovvia che mi chiedo come ho fatto a non arrivarci prima.
- Inutile che tu da lassù ti disperi per me. Saprò cavarmela. O almeno, ci proverò con tutta me stessa, ma non ti garantisco niente. Se fossi stata qui magari ora mi avresti consolato, asciugando queste dannate lacrime che non cessano di scendere, e mi avresti detto che l'amore vero esiste e che non mi devo mai arrendere. Ma tu non sei qui e io posso solo immaginare quello che avresti detto o fatto...-
< Ti ho trovato finalmente >
Sussulto violentemente. Come diamine ha saputo dov'ero?
< Chi ti ha detto che ero qui? >
< Kasumi >
Sorrido, sapevo che non avrebbe taciuto, nonostante le avessi chiesto il massimo riserbo.
< Non potevo permettere che passassi il tuo compleanno a deprimerti in un cimitero >
< Non mi sto deprimendo! > Ribatto stizzita, ma la mia voce risulta un po' troppo tremula, così lui mi volta il viso con una mano e mi fa incontrare i suoi occhi.
< Ah no? E allora perchè PIANGI? > Quell'ultima parola detta da lui suona come una sorta di insulto.
Volto la testa dall'altro lato, non voglio vederlo. Non era lui che doveva venire, non era la persona che volevo.
< Cosa vuoi da me, KUNO? >

Cammino velocemente, di più non posso permettermi a causa della febbre, che sento si sta rialzando. Supero, una dopo l'altra, le piazze deserte di Nerima e cerco di raggiungere quel cimitero più in fretta che posso. Devo trovarla e dirle tutto subito, prima che sia troppo tardi e la perda di nuovo.
Io lo so che quelle lacrime erano per me; non potevano essere per Kuno!
-Accidenti! -
A furia di pensare troppo, non ho guardato dove mettevo i piedi e sono inciampato. Col pensiero fisso del suo dolce sorriso mi rialzo, ormai sono arrivato.
L'entrata del cimitero è di fronte a me.

< Voglio solo parlare dolce Akane >
Mi alzo in piedi, leggermente barcollante perchè le mie gambe si sono intirizzite.
< Di cosa? > Chiedo stancamente.
< Di noi...anzi di un noi che non è mai esistito >
< Scusa > borbotto colpevole. Mi rendo conto che non mi sono comportata affatto bene nei suoi confronti e i sensi di colpa mi assalgono.
< Non sono venuto qui in cerca di scuse >
Alzo lo sguardo su di lui, curiosa.
< Guarda come sei ridotta...> Sorride amaramente, avvicinandosi un poco a me.
Lo osservo ancora interrogativa, come non capendo dove voglia andare a parare.
< Io l'ho sempre saputo, stai tranquilla. E' per questo che non ti devo perdonare, perchè in fondo al mio cuore conoscevo la verità. Ma è stato bello crogiolarsi per un paio di giorni nell'illusione che tu potessi essere mia...>
- Ah.... e non vuole che mi senta in colpa? Beh mi sta facendo apparire come un'essere ignobile... Mi sto paragonano ad un verme...-
< Akane per favore guardami... > Prende un attimo fiato < Lo so io, lo sa Ucchan, e anche se non lo vuole ammettere anche Shan-pu e persino Ryoga... Tu e Ranma vi amate e non venire a dirmi che non è così, che lui non prova niente per te... Puoi cercare di convinverti con tutta te stessa che non è come dico io, ma alla fine capirai quanto questo sforzo sia inutile. Hai sentito quello che ha detto in cortile no? E sai anche con quanto dolore si evoca uno shishi hoko-dan. Lui prima di lanciarlo ha gridato il tuo nome, dicendo che eri soltanto sua. Akane, smettila di nasconderti, è ora che tu prenda la situazione in mano e vada da lui. Potrai anche magari uscirne col cuore infranto, come pensi tu, ma sarà sempre meglio che vivere con questo dubbio che ti strazia l'anima, o sbaglio? >
Sono shockata; il mio cervello assomiglia al deserto che inquadrano spesso nei film western, desolato, in cui rimbalza solo una palla di fieno sospinta dal vento.
Senza che possa far niente per fermarle le lacrime sgorgano di nuovo copiose dai miei occhi e, isitintivamente, mi getto tra le braccia di Kuno, il decelebrato più grande sulla faccia della terra, ma che, è riuscito a capirmi, ad accettare la mia scelta e a perdonarmi. Ricambia il mio abbraccio, un po' goffamente a causa del gesso.
Poco dopo si scansa e mi fissa.
< Sorridi Akane, come sai fare solo tu > E io eseguo, anche se forzatamente, mentre lui mi asciuga le guance bagnate, con la mano sana.

Paralizzato. I muscoli non rispondo più a nessun comando dettato dal mio cervello.
Guardo fisso la scena che tanto ho temuto di vedere, senza fare niente per impedirla.
Akane è tra le braccia di Kuno, piange, forse lacrime di gioia perchè si sono dichiarati, e poi lui la allontana da sè e le si avvicina paurosamente. Credo l'abbia baciata.
Come un macigno che si posiziona all'altezza del cuore, sento ogni mia certezza svanire e la speranza andare a quel paese.
- No...no...nonononononono! -
Continuo disperato a ripetermi quell'unica sillaba dentro di me, come se potesse cancellare ciò che vedo. Chiudo gli occhi ma ormai la scena è impressa nella mia mente, come marchiata a fuoco.
- Perchè Akane. PERCHE? -
< Ranma?! >
La sua voce, Dio quanto è celestiale. Sembra il canto degli angeli. Potrei anche morire adesso pur di sentirla ancora solo una volta pronunciare il mio nome.
< Saotome stai bene? >
Kuno. Rabbia, dolore, disgusto di impossessano di me, senza che possa reprimerle. Mi investono come un fiume in piena, travolgendomi.
< Mai stato meglio, grazie Tatewaki. Ero venuto a cercare quella sciocca ragazzina, visto che ancora non era tornata a casa. Mi hanno fatto uscire a forza con tutta la febbre! Ma vedo che c'ha già pensato il tuo cavaliere senza macchia e senza paura a venirti a salvare, quindi tolgo il disturbo! >
- Come ho potuto essere così glaciale? -
Dentro la mia testa mi dò dell'idiota dieci, cento mille volte, perchè invece di dirle quanto l'amo le ho dato addosso. Sciocca ragazzina l'ho chiamata.
Mi giro per andarmene, ma vengo bloccato da una presa che non riconosco come la sua.
< Saotome tu adesso non vai da nessuna parte. Resti qui e parli con Akane, perchè so che le devi dire qualcosa! >
Lo guardo con una faccia da ebete.
- Ma questo è davvero Kuno? - mi chiedo, guardandolo allontanarsi, dopo aver fatto un cenno d'incoraggiamento ad Akane.
< Andiamo al parco? > Mi domanda lei, e senza aspettare che risponda si incammina.
Mi costringo a seguirla, sperando che questa volta sia davvero arrivata la resa dei conti.

Capitolo VII
Cammina silenziosa accanto a me, guardando a terra, senza mai nemmeno sbirciare dalla mia parte. Ogni tanto le nostre mai si sfiorano e sento un brivido corrermi lungo la schiena, ma è questione di un attimo; impertinente, fastidiosa, rivedo Kuno che la bacia per consolarla. Lui che ha preso il mio posto, proteggendola come io non ho saputo fare, facendole dimenticare un dolore che io stesso ho creato in lei.
Il parco è deserto, non ci sono bambini che giocano o ridono e è quindi tutto molto tetro; troppo per un discorso che potrebbe rendermi l'uomo più felice della faccia della terra, ma anche il più insignificante. Già perchè se Akane dovesse respingermi, dirmi che non mi ama e che la sua scelta è un altro, non avrei motivo di esistere.
Le altalene cigolano leggermente, mosse solo da una fresca brezza che si è alzata e che le scompiglia i capelli, facendomi arrivare una ventata del suo profumo. Ispiro forte, imprimendolo nella mente, ennesimo ricordo di quello che ho perso.
Lei si siede sull'altalena e aspetta che io faccia la stessa cosa. Le mani giunte sul grembo, lo sguardo serio, perso chissà dove. La guardo, è bella da far male.
< Akane io... > Provo a iniziare ma faccio subito silenzio. Lei non mi ascolta, è persa nei suoi pensieri.

Cammina di fianco a me, mi guarda lo so, sento i suoi occhi addosso, attraversarmi come fossi trasparente.
Io invece tengo i miei fissi a terra di proposito, se solo incrociassi il suo sguardo so che mi scioglierei come neve al sole e che tutti i buoni propositi che mi ero preparata andrebbero a farsi benedire.
Quando arriviamo al parco mi siedo tranquillamente su di una altalena, sorreggendomi alla catena e aspetto che lui faccia altrettanto. Mi raccomando di respirare normalmente, ma non posso impedire al mio cuore ribelle di accelerare.
< Akane io... > Prova a iniziare un discorso ma lo lascia a metà, non sa cosa dire, non sa da dove cominciare. Troppe cose sono state dette perchè non meditate, troppe ferite sono aperte, troppi dubbi irrisolti.
Al diavolo il mio orgoglio ho deciso di parlare io per prima.
< Ranma >
< Akane >
- E ti pareva! ha un tempismo perfetto...Proprio mentre sto per dire qualcosa io deve avere la stessa brillante idea anche lui-
Ricadiamo in un silenzio che sa di tensione.
Sospiro e sento lui fare altrettanto.
< Beh...comunque auguri >
- Eh?-
Lo guardo con una faccia da ebete. Che vuol dire AUGURI? Per cosa?
< Non guardarmi così, sai benissimo di che parlo >
< Se lo sapessi non avrei questa espressione, tu che dici? >
-Perchè è così...scostante? Mi rende tutto più difficile, non riesco a dirgli nulla, le parole mi muoiono in gola.-
< Di te e Kuno > Sprezzante, schifato. E' l'unico tono che riesco a cogliere nella sua voce. Sento un groppo in gola che non riesco a mandare giù, è troppo difficile da ingoiare. Lui crede che io ami un altro.
-Ranma, no non è così. A me lui non interessa perchè l'unica persona per cui io provi qualcosa sei tu... Forza Akane diglielo, che ti costa? Sono poche parole, ma che ti ridarebbero il controllo sulla tua vita...-
Niente, la voce non vuole saperne di uscire. Apro e chiudo la bocca svariate volte, ma rimango in silenzio. Lui continua il suo attacco diretto al mio cuore.
< Ah ho anche visto che l'hai baciato. Non credevo che un maschiacio come te fosse capace di tanto. Mi chiedo come abbia fatto lui poverino... >
Abbasso la testa, incapace di ribattere. Lui non può vedermi, ma calde lacrime cominciano a solcarmi il volto. Perchè è così ingiusto? Perchè non mi lascia spiegare?
< Non...l'ho...baciato...> Tra un singhiozzo trattenuto e l'altro riesco a dirglielo. Lui si alza in piedi improvvisamente, e inizia a strepitare, incurante delle occhiataccie che i passanti gli rivolgono.
< Smettila di prendermi in giro e di giocare col mio cuore Akane, una buona volta! Credi che non ti abbia visto? Ma in fondo io non ho nessun diritto sulla tua vita, dato che avevi già rotto il fidanzamento quando hai baciato Kuno, quindi hai ragione, devo farmi i fatti miei...chissà perchè diavolo sono venuto qui! >
Un colpo, un altro e un altro ancora, tutti scagliati uno dopo l'altro, veloci, precisi, mirando nello stesso punto, finchè qualcosa dentro di me non si rompe. E' voltato di spalle, inizia a camminare verso l'uscita di quel parco.
Vorrei fermarlo, alzarmi, ma non trovo la forza. Vorrei dirgli tante di quelle cose che, mi accorgo con orrore che, gliele bisbiglio tutte, una di seguito all'altra, a raffica, come una mitragliatrice,sperando di sentirmi poi meglio dopo essermi tolta quel macigno dal cuore.
< Hai ragione, non so perchè ti ho fatto venire qui,o perchè sto cercando di rimettere insieme ciò che è rimasto del mio cuore dopo che tu l'hai distrutto. Non so perchè mi sto facendo ferire in questo modo da te. Non so perchè non riesco ad andare avanti, non so perchè non sono capace a superare la giornata senza vedere il tuo viso. Non so perchè quando chiudo gli occhi vedo il tuo sorriso li, bello come l'ho sempre amato, davanti a me. Non so perchè ti detesto con tutta me stessa per il male che mi hai procurato e la sofferenza che mi hai fatto patire, ma allo stesso tempo ti amo con ogni fibra del mio essere. Non lo so davvero... >
Rimango in attesa, nulla. Con anche l'ultima speranza di poter essere felice, distrutta, mi alzo, anche se con un certo equilibrio precario e mi avvio dalla parte opposta alla sua, per raggiungere l'uscita laterale di quel posto che è diventato il cimitero del mio amore, sicura che comunque a lui non importi.
Un passo, due, tre. Non mi ferma. Non vedo reazione in lui e abbandono ogni speranza di ritrovarmi tra le sue braccia.
Quattro, cinque, sei...

Le ho riversato contro tutto il mio risentimento e ho fatto anche sottointendere che sono amareggiato perchè ha rotto il nostro fidanzamento e che si è presa gioco del mio cuore,q uindi dei iei sentimenti, ma evidentemente non è abbastanza, lei rimane in silenzio, lo sguardo ostinatamente puntato a terra.
Poi parla, con una voce che stento a riconoscere come sua. Tremula, colpevole, affranta e...arresa...
< Hai ragione, non so perchè ti ho fatto venire qui,o perchè sto cercando di rimettere insieme ciò che era rimasto del mio cuore dopo che tu l'hai distrutto. Non so perchè mi sto facendo ferire in questo modo da te. Non so perchè non riesco ad andare avanti, non so perchè non sono capace a superare la giornata senza vedere il tuo viso. Non so perchè quando chiudo gli occhi vedo il tuo sorriso li, bello come l'ho sempre amato, davanti a me. Non so perchè ti detesto con tutta me stessa per il male che mi hai procurato e la sofferenza che mi hai fatto patire, ma allo stesso tempo ti amo con ogni fibra del mio essere. Non lo so davvero... >
Ho smesso di respirare già alla sua seconda parola. Non sento più il mio cuore, il tempo si è fermato, non un rumore, non un suono...Niente.
E lei crede che non le risponda perchè non l'ami. Si alza, fa per andarsene. Guardatela...Akane Tendo, la più forte, testarda e orgogliosa ragazza sulla faccia della Terra non ha nemmeno la forza di tenersi in equilibrio a causa mia. Per colpa di un'orgoglio che è sempre stato il mio tallone d'Achille, contrario a lei invece che è la mia forza, l'unica cosa buona che sia mai capitata nella mia vita.
Devo fermarla, devo.
Niente, rimango li dove sono.
La guardo fare qualche passo incerto, sempre più distante, sempre più lontana, ma sempre e solo più MIA...

Capitolo VIII
Sette, otto, nove...
Con gli occhi colmi di lacrime e la consapevolezza di averlo ormai perso, attraverso la strada. Non guardo dove metto i piedi, la vista troppo offuscata e così inciampo. Resto li, in ginocchio a terra, senza avere la forza di rialzarmi. Mi fa male una caviglia, credo si sia storta.
Sento il terreno vibrare leggermente.
-Che diav...- Volto la testa di lato di scatto, sentendo il clacson di un furgone suonare, e lo vedo venire nella mia direzione, senza potersi fermare, ormai troppo vicino. Spalanco la bocca per gridare, ma la voce mi muore in gola.
Che senso ha vivere senza Ranma? Semplice, non ne ha. E allora rimango li a fissare quei fanali accesi che puntano verso di me. Sempre più vicino, sempre più veloce, sempre più strombazzante...
E poi un colpo, duro, ma non quanto mi aspettavo e un profumo intenso che mi sembra di riconoscere. Sono adagiata contro qualcosa di stranamente morbido e non provo dolore più di tanto. Mi aspettavo una morte veloce e agonizzante, ma non sento arrivare nulla di ciò che avevo previsto.
La cosa su cui è poggiata la mia faccia si alza e si abbassa ritmicamente, velocissima. Socchiudo gli occhi e intravedo mille colori, tra cui spicca il rosso fuoco dell'oggetto su cui sono adagiata.
Vi poggio l'orecchio sopra.
Tu-tum...Tu-tum...Tu-tum...Tu-tum
Un soffio leggero mi scompiglia i capelli sulla fronte e credendo di star sognando alzo lo sguardo, incontrando due occhi blu più dell'oceano, che sostengono la mia occhiata, senza paura, ma con sollievo.

Muovo un passo per raggiungerla, finalmente riprendendo possesso del mio corpo, proprio mentre lei esce dal cancello posteriore del parco e attraversa la strada. Accelero il passo e la vedo cadere a terra e rimanere in ginocchio, gli occhi gonfi di lacrime, lo sguardo puntato a terra.
- Che si sia fatta male? - mi ritrovo a chiedermi.
Sono a pochi passi da lei che sento suonare un clacson, mi volto contemporaneamente ad Akane nella direzione da cui proviene il rumore e impallidisco. Dal fondo della stradina arriva un camion a tutta velocità che punta dritto verso di lei, troppo vicino per frenare e troppo poco spazio per sterzare.
La guardo, incitandola mentalmente a rilazarsi e a togliersi di li, ma rimane ferma, ancora inginocchiata. Chiude gli occhi come aspettando che quel maledetto mezzo la investa e allora, senza nemmeno pensarci un attimo mi butto in metto alla strada, scaraventandola dall'altra parte.
Trema contro il mio petto, le mani strette sulla mia casacca, gli occhi ancora chiusi. Appoggia la testa sul mio cuore e lo sente battere velocissimo, poi si accorge del mio respiro che le scompiglia i capelli, si fa coraggio e alza lo sguardo su di me, mentre un autista molto contrariato ci sorpassa, mandandoci a quel paese.
La stringo forte e le sussurro in un orecchio
< Non posso credere che stessi per perderti... amore mio... >

Capitolo XI
No...non credo alle mie orecchie, lo spavento che mi sono presa deve avermi rimbecillito. Ranma ha detto...
< Akane? >
Mi chiama per nome questa volta, gli occhi miei ancora fissi nei suoi, sento le gambe tremarmi e mi stringo ancora di più a lui, ancora della mia salvezza. Mi ha salvato di nuovo...
< Mi...hai ... >
< Non potevo permetterlo... Akane se tu...> deglutisce, la bocca improvvisamente arida. Possibile che non riesca nemmeno a pensare, figurarsi pronunciare la parola morte associata a me?
< Se io cosa? Morissi? > Premo il viso contro la sua giacca, inspirando forte il suo odore e rimpiendomi il cuore della sensazione di pace e serenità che mi trasmette.
< NO! NON LO DIRE! > ha alzato il tono della voce, la presa più forte sui miei fianchi quasi da farmi male, il battito accelerato.
< Non voglio rivedere di nuovo quella scena Akane... >
Non capisco... di che parla?
Non ribatto, quindi si sbriga a chiarire...
< Io...ti ho già visto...morta > Bisbiglia con non poca fatica, chissà quanto deve costargli < A Jusendou...Tu eri tra le mie braccia, priva di vita, priva di quel sorriso che tanto amo, priva di quella vitalità che ti distingue, di quegli occhi in cui mi perdo ogni singola volta che mi guardi e di quelle lacrime che ogni volta mi lacerano dentro perchè sono consapevole di esserne la causa...e io mi sono sentito morire con te >
Mi rendo improvvisamente conto di trattenere il fiato e quindi lo rilascio, sospirando.
Lui continua a parlare, ogni parola riaccende il mio cuore, e rincolla le briciole in cui si era frammentato.
< Sono un idiota, io e il mio stupidissimo orgoglio. Non sai cosa darei per tornare indietro, quella sera e non mettere in mezzo tua madre. So benissimo che non dovevo parlare e mi sono maledetto non appena avevo realizzato cosa ti avevo fatto. Io non ho diritti su di te, non ne ho mai avuti e nemmeno li pretendo, però... so solo però che quando hai detto a tuo padre che il nostro fidanzamento era rotto la terra mi è franata sotto i piedi, mi è mancato un appiglio, mi è mancata una ragione di vita... Posso dirti miliardi di cattiverie per ingannare gli altri e me stesso per primo, ma non penso mai tutto quello che ti grido contro, serve solo come arma di autodifesa...>
Singhiozzo involontariamente e lui mi scosta da se per osservarmi.
< Akane perchè piangi? Ti prego...prima di dire qualunque cosa fammi finire o giuro che non riuscirò più a tirare fuori tutto quello che ho dentro e che mi porto dietro da due anni... l'unica cosa che ti chiedo è di guardarmi >
Sollevo controvoglia lo sguardo su di lui e lo vedo sorridere, un sorriso sincero e vero, non di circostanza. Il mio cuore ormai riparato in gran parte, fa una capriola all'indietro.
< Amo il tuo sorriso amore mio... > smetto di respirare < Sei così bella che non faccio altro che darmi dello stupido per tutte quelle volte in cui ti ho fatto credere il contrario. Sei il mio sole Akane, hai ridato luce ad una vita fredda e buia in cui mi è sempre mancato l'affetto. Quella sera quando ti seguii per chiderti perdono e tu mi dicesti di odiarmi...beh da quell'istante io ho smesso di vivere. Sono stato una settimana senza dormire, senza mangiare, chiedendomi dove fossi, come stessi e soprattutto con chi... Sai le volte che ho pensato al suicidio? >
Stringo la mia presa su di lui, senza comunque interrompere in contatto visivo cui tiene tanto.
-Ranma ha pensato di ucidersi per colpa mia...possibile che riesca a combinare solo guai? Che devo fare con lui?-
< Ma come vedi sono ancora qui, perchè volevo rivederti un'ultima volta prima di farlo, e convincermi che tutto quello che avevo creduto di vedere in te ogni volta che mi guardavi era solo una mia fantasia... e poi so che non me lo avresti perdonato nè che ci sarebbe stato qualcuno a proteggerti al posto mio... Anche dopo averti visto con Kuno non ho voluto crederci e ho continuato a provare e riprovare a riaverti ,ma sembrava che ogni cosa ti allontanasse di più...>
Sgrano gli occhi dalla sorpresa, forse è un effetto della luce ma...
< R-Ranma tu stai...>
Gli occhi lucidi fissi nei miei e un sorriso che mi trafigge il cuore.
< Ti amo Akane >

Dio solo sa lo sforzo che sto facendo per confessarle tutto. Se mia madre fosse qui mi avrebbe già infilzato con la sua bellissima katana. Gli uomini virili non fanno dichiarazioni così smielate alla donna che amano nè tantomeno si mostrano deboli di fronte a lei.
-Ci mancavano solo hli occhi lucidi! Al diavolo sembro una famminuccia!-
Il problema è che è cosi che mi sento io senza di lei. Lei è la mia forza e il suo solo sguardo mi sta spingendo a parlare. La mia bocca blatera parole che non sono nemmeno sicuro abbiano un senso.
< Ti amo Akane >
Sorprendo anche me stesso quando glielo dico apertamente. Quante volte ho provato a dirglielo? Magri anche qualcosa di più semplice, ma di ugualmente dolce, ma niente. Prese in giro erano il mio massimo. E ora dopo due anni di fallimenti ecco che glielo dico così, senza nemmeno aver collegato il cervello alla bocca, lasciando per una volta comandare il cuore, facendogli mettere da parte quel fastidioso orgoglio. Le ho donato il mio cuore ma lei sembra shockata, non risponde, è impietrita tra le mie braccia, gli occhi cioccolata fissi nei miei, come a scorgere un'altra presa in giro.
Una lacrima, due, tre scendono copiose sul suo viso una dopo l'altra. Singhiozza, sussulta, ma continua a fissarmi.
Mi faccio forza e vado avanti, finendo di dirle tutto ciò che devo, sperando ormai che le sue lacrime siano di gioia.
< Quando ho evocato lo shishi hoko-dan so che mi hai sentito > Riesco a leggere nei suoi occhi la conferma, che mi spinge a proseguire < Kuno aveva detto che tu eri soltanto sua e non ci ho visto più. Dopo essere stato male senza di te per una settimana intera quello è stato il colpo di grazia. L'unico nemico contro il quale abbia mai ceduto, perchè invisibile e nettamente superiore a me: la sensazione di abbandono, di dolore, di sofferenza. Volevo ferirlo e riversare su di lui una minima parte di ciò che sentivo io, ma sono rimasto coinvolto io stesso con quel colpo e se fossi uscita due secondi più tardi anche tu e non me lo sarei mai perdonato. Così come non riesco a perdonarmi per tutte le volte in cui ti faccio piangere, in cui ti faccio del male e ti proteggo da tutti fuorchè una persona: me stesso. Mi dispiace di non essere il ragazzo pefetto che meriteresti, perchè tu dalla vita devi avere il meglio. Posso solo chiederti di accettarmi così come sono. Non sono ricco, ne romantico o tutto quello che sono Kuno e Ryoga. Io non posso offrirti altro che il mio amore. Il mio cuore no, quello è tuo già dalla prima volta che ti vidi, ma ero troppo orgoglioso per ammetterlo. La mia anima è legata alla tua e se stavolta mi rifiuterai io non... >
< Stai zitto per una buona volta idiota... > Sussurra senza accennare ad un tono scherzoso. Sento che sto per morire di ansia, è possibile?
< Hai finito? Posso parlare io? > chiede retoricamente. Scuoto la testa e non le dò tempo di finire nulla perchè copro le sue labbra con le mie. Le sue lacrime diventano le mie, il mio sapore il suo.

< Hai finito? Posso parlare io? >
Scuote la testa, negandomi un mio diritto, cioè quello di rispondere. Faccio per ribattere ma, chiudendo gli occhi, appoggia delicato le sue labbra sulle mie, in un bacio casto, che sa di scuse. Le mie lacrime finiscono col bagnare anche il suo viso e il mio sapore si mischia col suo, tanto che non riesco più a distinguere dove inizi la sua bocca e dove la mia.
Il tempo si ferma, cessa di passare. Immobile.
Non un sono, non un gesto a interrompere quell'attimo idilliaco. E' il paradiso in terra.
Si stacca per un millesimo di secondo, mi fissa, e si rituffa sulle mie labbra, dando un senso più profondo al bacio. Rispondo con tutto l'amore che provo dentro il mio cuore, ormai completamente sanato.
Improvvisamente poi mi sottraggo al bacio e lui ne sembra contrariato.
< Prima di questo io avrei un paio di cose da dirti >
Sento la sua presa irrigidirsi all'istante e assume una posa d'attesa.
Prendo fiato una, due, tre volte, sperando di non far risultare la mia voce troppo entusiasta per ciò che sto per confessargli. Eppure sembra impossibile che non senta il mio cuore impazzito, che pare voglia uscire dal mio petto.
-Lo senti Ranma? Batte solo grazie a te-
< Quello che hai detto su mia madre mi ha fatto male più di qualunque ferita fisica che mi sia mai stata inferta.>
Decido di iniziare dalla questione più spinosa che c'è tra di noi...Devo toglierla di mezzo adesso o tutto quello che dirò poi mi sembrerà solo una forsa...voglio un chiarimento degno di portare questo nome...niente più cosa in sospeso. So di ferirlo e in effetti vedo i suoi occhi incupirsi leggermente e spostare per un attimo lo sguardo a terra, prima di riportarlo su di me; le braccia allentate intorno ai miei fianchi.
< Se dici che tu avevi smesso di vivere in quella settimana, io non posso dire di aver fatto poi tanto diversamente... Quando te ne sei andato, dopo avermi sentito dire che ti odiavo, credo di essere svenuta. Mi sono risvegliata a casa di Kuno e ho scoperto di aver dormito per giorni. E per non so quanto tempo sono rimasta incollata alla finestra, o rintanata sotto le coperte del letto a piangere e a pensarti, sentivo le tue parole rimbombarmi in testa e ti ho maledetto in tutte le lingue del mondo... Allo stesso tempo però maledicevo anche me stessa per averti permesso di farmi del male, io che mi ero ripromessa di stare alla larga dai ragazzi e mi ero vietata qualsiasi coinvolgimento affettivo >
Ad ogni mia parola lo vedo rabbuiarsi; il blu oceano dei suoi occhi si spegne, come se perdesse vitalità.
Prendo la sua mano nella mia e la stringo forte, e, accarezzandola, abbozzo un sorriso.
< Nonostante tutto quell'idiota di Kuno è riuscito a riscuotermi, facendomi vedere in che stato eri riuscito a ridurmi; mi ha come dato una scossa... giuro non lo facevo così perspicace! Comunque mi sono persuasa che per soffocare il dolore e l'amore che nonostante tutto ristagnava in me, avrei dovuto fare altro, concentrare i miei pensieri e le mie energie su un altro obiettivo, quindi ho accettato la sua proposta di fidanzamento >
Scoglie l'intreccio delle nostre mani e guarda a terra. Cocciuta come sono, gli alzo il mento con un dito e lo costringo a fissarmi, scorgendo in quelle iridi cobalto un'infinita tristezza.
< Ma mi è bastato rivederti Ranma, per farmi capire che, per quanto volessi prendere in giro me stessa per prima, gli altri e persino te...nessuno sarebbe mai stato al tuo livello. Ascoltami una volta per tutte... Mi hai ferita si, umiliata anche, schernita anche troppo per i miei gusti, ma tu sei l'unico capace di farmi battere il cuore con una sola frase e capace, allo stesso modo, di distruggerlo. Io non ho mai provato cosa voglia dire amare qualcuno...almeno finchè non ti ho incontrato... Ranma, non esiste Kuno o Ryoga o nessun altro... Per me conti solo e solamente tu io... >
Niente, non c'è verso che mi faccia terminare. Mi stringe con tutta la potenza che ha in corpo e mi bacia, forte, ripetutamente, premendo le sue labbra contro le mie. E poi grida, di gioia, di trionfo, con tutto il fiato che ha in gola.
< AKANE TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO >
E stranamente, anche se è un gesto da pazzi, mi sento la ragazza più felice che sia mai esistita.
E' possibile pensare di trovarsi all'inferno un solo secondo prima e toccare poi il cielo con un dito un attimo dopo?
< Zitto scemo! > gli tappo la bocca con una mano ridendo, le lacrime di gioia che scorrono di nuovo sul mio viso.
< No amore mio, devono sapere tutti quello che provo per te e che tu sei mia, solo e soltanto mia... >
< Ti amo FEMMINUCCIA >
Sorrido come so che piace a lui, e lo vedo illuminarsi di una felicità che mai prima d'ora avrei pensato potesse manifestarsi sul volto di qualcuno.
< Io di più MASCHIACCIO > rimbecca lui dietro, unendo, ancora una volta le nostre bocche in un bacio che sa, questa volta, d'amore.

Capitolo X
Il sole accarezza dolcemente i suoi capelli, donandogli riflessi blu china. Non sa che la sto osservando da quassù, non se ne accorge mai. Sta stendendo i panni, canticchiando una canzoncina sentita poco prima alla radio. Sorride, felice della piega che ha preso la sua vita.
La piccola Meiko le si avvicina e la tira per la gonna, cercando di richiamare la sua attenzione. E' così simile a lei...gli stessi occhi, lo stesso colore di capelli, sembra la sua fotocopia in miniatura. Riju somiglia più a me invece, ha si i suoi capelli, ma i miei occhi e soprattutto tiene i capelli raccolti in un codino. Sono passati dieci anni da quel giorno in cui ci siamo scoperti innamorati, dieci lunghi anni, che ci hanno portato ad essere quelli che siamo.
Ricordo che quando lo dicemmo ai nostri genitori sono rimasti in un silenzio assoluto per una buona decina di minuti. Io e Akane pensavamo di farli felici, ma sembravano sotto shock; poco dopo invece si sono alzati con aria seria, si sono avvicinati a noi ed hanno aperto i coriandoli, spargendoli per casa, hanno attaccato manifesti in tutto il quartiere e stavano anche preparando un matrimonio nel dojo.
Li fermammo appena in tempo, eravamo giovani e non ci sentivamo ancora pronti, anche se se fosse dipeso da me l'avrei sposata anche subito. Sorrido ancora all'idea di quanto adesso mi risulti semplice dirle che l'amo e di quanto invece ci misi da giovane. Averla incontrata mi ha cambiato la vita.
Quando l'ho vista incedere verso l'altare, il viso coperto dal velo e il kimono bianco, qualcosa si è smosso dento di me. Ho provato una sensazione che mai avevo sentito prima. Lo stomaco mi si era attorcigliato e le budella erano strette in una morsa. L'ho guardata per attimi che mi sono parsi secoli e mi ha sorriso. Quel sorriso mi ha dato la forza di di superare la giornata del mio matrimonio, tra piagnistei dei nostri rispettivi corteggiatori e quello dei genitori. Ma quando mi ha detto quel si ho sentito come il cuore scoppiarmi in petto. Lei era lì, era mia...e lo è tutt'ora e lo sarà per sempre.
Non scorderò mai il giorno della nascita di Riju, erano giorni che mi dava il falso allarme sulle doglie e quando successe davvero non volevo crederle, mi girai dall'altra parte del letto! Mi prese per il codino (non so sinceramente dove abbia trovato la forza) e mi costrinse a guardare in faccia la realtà: le si erano rotte le acque. Il seguito è tutto molto confuso, dato che ero più agitato di lei. Caricai tutto in macchina e partii alla volta dell'ospedale...lasciando lei in casa! Quando tornai indietro mi guardò torva e disse:
< Vuoi che faccia nascere tuo figlio qui? Vuoi muoverti o no? > e, con passo deciso, mi aveva preceduto nell'auto. L'avevo guardata e, con voce tremante le avevo chiesto, lo sguardo fisso sulla strada, se ce l'avesse con me. Si era girata e mi aveva guardato sconvolta, rassicurandomi poi con tono dolce.
< Ranma...mi hai regalato due delle cose più preziose che possano esistere al mondo, ovvero un figlio e il tuo amore...potrei avercela con te? >
Mi sentivo l'uomo più felice e fortunato della terra e, incurante degli altri automobilisti, accostai di botto e la baciai, trasmettendole tutto l'amore che sentivo.
Con Meiko invece abbiamo rischiato grosso, perchè ci sono state delle complicazioni durante il parto. Poteva non farcela la mia Akane, e più di una olta sono stato sull'orlo di una crisi, ma guardavo mio figlio e mi costringevo ad andare avanti. E adesso lei è ancora qui con me e mi h regalato una'altra bambina. La vita mi ha donato ogni felicità che potevo chiedere.
Dio solo sa quanto l'ami, anzi no correzione...lo sa Dio, lo sa lei e lo sa sua madre, che da lassù veglia sempre sulla figlia e sulla sua famiglia, me compreso, nonostante tutto.
Guardo quel cielo limpido e sorrido, sentendomi felice. Akane di sotto è alle prese con i bambini che litigano per l'ultimo gelato rimasto. Scendo dal tetto con un salto e, prendendola alla sprovvista, bacio mia moglie e poi prendo in braccio entrambi i miei figli, frutto del mio amore e della mia gioia con la donna della mia vita.

Spero tanto vi sia piaciuta, non sono granchè come scrittrice ma mi sono divertita a scriverla e su efp l'hanno recensita in tanti...1 bacio
StRaNgE
 
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lulù_chan
view post Posted on 4/9/2008, 14:26




Non sei un granchè come scrittrice??? :write:
ma se sei bravissima!!! :ponpon:
è veramente stupenda!!!
 
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O.o StRaNgE o.O
view post Posted on 4/9/2008, 18:08




:ui: :w.o.w: :imb:
ME ADORARE TE
 
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**princess94**
view post Posted on 6/9/2008, 23:04




è meravigliosa!!!! complimenti scrivi benissimo!!!
 
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brigida92
view post Posted on 16/10/2008, 20:19




bravissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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Janica-chan
view post Posted on 13/5/2012, 10:52




E' molto carina!!! Forse troppo un po' troppo strappalacrime per i miei gusti, ma comunque complimenti (:
 
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5 replies since 3/9/2008, 13:35   531 views
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